Scarpette Bianche…bianche come le scarpe , che si indossano il giorno del matrimonio.
E infatti un matrimonio c’è, anzi forse no, e comunque non è che sia così rilevante, beh forse un po’ lo è!
Ma non è tanto questo che ti fa restare incollato a questo romanzo, è qualcosa di diverso, è… come si dice…lo stile dell’autore che ti “acchiappa da subito” che ti rende bramoso di scoprire cosa succederà nella pagina seguente.
E’ un bellissimo spaccato ambientato nel pieno della seconda guerra mondiale in un paesino dell’Abruzzo, dove personaggi equivoci e grotteschi, si aggirano nella cittadina in cerca di una verità.
Una verità essenziale, che molto spesso è invisibile a gli occhi.
Quando Maria Emery ci ha contattato per chiedere la nostra collaborazione, abbiamo subito pensato che si trattasse di leggere alcune parti del libro.
Ci sbagliavamo, perché la visionaria amica di Arturo Bernava, l’autore del Libro, aveva in mente qualcosa di particolare, “Vorrei che i personaggi del libro prendessero vita” disse Maria “cercheremo di leggere con la giusta enfasi” rispondemmo noi, ma in realtà era alla ricerca di qualcosa di diverso rispetto ad una semplice lettura… “No e che…mi piacerebbe che i personaggi stessero fisicamente insieme a noi…e che noi fossimo testimoni visivi di quello spaccato narrato nel libro”.
L’idea ci è subito piaciuta.
Così Papaveri e Papere si è subito messa al lavoro per questa nuova avventura, attingendo dai corsi di teatro alcuni tra gli allievi più promettenti: Matteo Cossu, Alessandro Galli e Francesca Petritoli e Barbara Gubinelli.
Federica Petruio e Fabio Bernacconi sono stati i registi di questa piece che ha portato quattro allievi appena usciti dal corso di recitazione Papaveri e Papere, a vivere insieme al pubblico una suggestiva ed insolita presentazione letteraria.